Gli allenamenti fatti bene, anche in periodo di lockdown collegandosi con i compagni e il coach, possono aiutare i ragazzi a non allontanarsi dal mondo dello sport. Lo spiega Daniele Tacchini, autore del libro “Keep Fit play at home”, un manuale per coach e genitori che aiuta i ragazzi a non abbandonare l’attività sportiva anche in momento di difficile come questo. Tacchini è il coach della rappresentativa regionale under 17 Lombardia di calcio e si occupa di formazione dei coach nel Csi. Ma gestisce anche un progetto creato da lui che si chiama “Cucito su misura” e fornisce consulenza alle società sportive.

“La pandemia – dice – non è stato un periodo positivo per molte società sportive di conseguenza per molti genitori. Ci sono società sportive che hanno chiuso nel febbraio 2020 e non hanno più riaperto. Altre hanno aperto e chiuso in modo alternato e c’è chi ha cercato di continuare la propria attività”. A farne le spese sono stati i ragazzi che facevano sport che senza allenamenti e partite, spesso hanno perso interesse nell’attività fisica, che in un periodo soggetto a limitazioni e chiusure come questo è senza dubbio importante. Forte dell’esperienza maturata in Cina, dove Tacchini ha lavorato a lungo come istruttore, ha realizzato un libro di consigli ai coach italiani per gli allenamenti. “In Cina – dice la pandemia è arrivata un mese prima e mi è stato chiesto di dare dei consigli per realizzare allenamenti a distanza. In periodi come quello che stiamo vivendo è fondamentale per i coach delle società sportive giovanili non perdere il contatto con i ragazzi e collaborare con i genitori”. Sono nati così una serie di giochi che si possono fare in casa, magari con le pentole, con un semplice foglio di carta da gettare nel cestino, che hanno permesso ai ragazzi senza allenamenti di mantenersi in esercizio, ma soprattutto di non perdere il contatto con i compagni. Qualche società ha organizzato dei veri e propri tornei on line.
“Tutte le società che si sono collegate – racconta – e hanno effettuato gli allenamenti in questo modo non hanno avuto un calo dei ragazzi. Non dimentichiamoci che le realtà sportive hanno anche un ruolo sociale ed educativo, che in questo periodo è emerso in modo determinante. Fino a questa pandemia c’era una fetta di coach che vedevano gli allenamenti come funzionali alla partita di domenica. Si è entrati in un’ottica diversa secondo la quale lo sport fa bene. Anche alcuni genitori si sono approcciati con fare più disponibile. La disponibilità delle famiglie alla collaborazione con le squadre e con il coach è fondamentale, perché gli adolescenti rimangano legati e anche in un momento difficile come questo non abbandonino l’attività sportiva. Nei mesi scorsi ha aiutato così inventarsi sport da casa anche con elementi semplici, come un filo o lo scotch”.